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  • Il video de La Sabbiosa 2025

    Anche quest’anno si è rinnovato l’evento cicloturistico de La Sabbiosa, a cui ho avuto il piacere di partecipare in veste di fotografo, per  cogliere i momenti più caratteristici di questa splendida idea aggregante.

    E anche quest’anno è stato pubblicato un video prodotto dall’amico Matteo Beccari (Instagram beccarimatteo) che offre uno spaccato di questa corsa non competitiva aperta a tutti e che valorizza il territorio del Comune di Viadana (MN) e le sue eccellenze produttive e alimentari.

    Eccolo.

     

  • Falco cuculo

    Falco cuculo

    Immagini del falco cuculo, scattate nella più grande colonia presente in Italia di questi piccoli rapaci.

    Ho la fortuna di abitare non troppo distante da un luogo magnifico che si trova nelle nostre campagne: un viale ombreggiato da numerosi platani che ospita la più grande colonia italiana del falco cuculo, piccolo e bellissimo rapace migratore. Avutane notizia sono partito zaino in spalla (quasi, perché la ventina di chilometri necessari a raggiungere il sito non li ho nelle gambe) e in un paio d’ore, cercando di non essere troppo invasivo, sono riuscito a scattare le foto che propongo in questo articolo. Si tratta, per la maggior parte delle immagini, di giovani falchi nati quest’anno, perché gli adulti (diventati appunto adulti per questo motivo) hanno preferito allontanarsi in un boschetto vicino. Per la cronaca: tutte le foto sono state scattate utilizzando la Nikon Z 50II e lo zoom tele Nikkor 180-600 mm f/5.6-6.3 (inchiodato a 600 mm ovviamente, i platani sono alti).

    Riporto di seguito il testo riguardante il falco cuculo preso direttamente dal sito ufficiale della LIPU, che racconta molto meglio di quanto potrei fare io le caratteristiche di questo rapace e le problematiche relative alla sua conservazione.

    Il Falco cuculo presenta uno spiccato dimorfismo sessuale. Il maschio è di colore grigio tendente al nero, La femmina è fulvo-rossiccia, con dorso grigio barrato. Le dimensioni sono medio-piccole e l’apertura alare, che non raggiunge gli 80 cm, ne fa un predatore solo rispetto a insetti in genere o, talvolta, piccoli mammiferi o uccelli.

    L’inverno lo trascorre tra il Sudafrica e il Kenya. D’estate, parte della popolazione resta in Africa centrale, per nidificare. Altri esemplari prendono la “via del nord”, arrivando a lambire l’Europa meridionale e, soprattutto, centro-orientale.

    La sua presenza in Italia come nidificante è notizia relativamente recente. È infatti solo dal 1995 che sono stati censiti i primi nidi, in provincia di Parma. È molto probabile che il Po abbia fatto da filo conduttore a quella che – pur con numeri ancora ridotti– appare come una vera e propria colonizzazione della Pianura Padana, con espansioni significative nel Mantovano, nel Modenese, nel Ferrarese e Polesine, fino alla provincia di Treviso.
    Per la verità, episodi di migrazioni “anomale” del Falco cuculo sono note da tempo – un esemplare è stato addirittura rinvenuto in Nord America – anche se la sua stretta dipendenza dagli ambienti aperti ne circoscrive gli areali di presenza alle sole aree (quali appunto la parte della Pianura Padana adiacente al corso del Po), ove sia praticata agricoltura estensiva, con grande abbondanza di prati stabili, medicai alternati a rari alberi e con una buona disponibilità di acqua.

    Il Falco cuculo ha uno stato di conservazione cattivo, a causa di un areale e di una popolazione ancora ridotta e del degrado e riduzione del suo habitat ottimale. In largo declino tra il 1970 e il 1990 – un declino che non ha accennato ad arrestarsi anche nel decennio successivo – il Falco cuculo nell’Unione Europea è presente con non più di 2000 coppie complessive, pari però al solo 3-4% della popolazione continentale complessiva. 
    Presenti oltre 150 coppie nidificanti in Italia, con un trend positivo che ovviamente non è in grado di compensare il grandissimo declino di alcune “popolazioni chiave” a livello continentale, specialmente Russia e Ucraina, ma anche Ungheria – dove la popolazione è passata dalle 2000-2.500 coppie degli anni Ottanta alle attuali 700-1200.

    Se la passano meglio le popolazioni asiatiche, così come appunto le popolazioni “marginali” che abitano l’Europa meridionale, tra cui l’Italia, che ospita una frazione probabilmente prossima all’1% di quella dell’Unione europea. Molti degli esemplari censiti nel nostro Paese, naturalmente, non sono nidificanti ma rappresentano individui di passaggio che si spostano, in primavera e autunno, da o per i siti di svernamento.

    A livello di coppie nidificanti, invece, la prima segnalazione risale al 1995 nel parmense. Segue Treviso, nel ’96. Quindi le Valli del Mezzano, nel Ferrarese, con 3-4 coppie censite nel 2002. Ulteriori segnalazioni hanno coinvolto Modena, Piacenza, la provincia di Rovigo e Venezia, mentre la sola provincia di Parma, attualmente ospita oltre 100 coppie con un trend fluttuante negli ultimi decenni.

    Il Falco cuculo soffre particolarmente di quei fattori di minaccia che comportano la distruzione dei siti idonei alla nidificazione. Questi fattori consistono essenzialmente nell’abbattimento di alberi ospitanti nidi di Corvidi – il Falco cuculo non si costruisce quasi mai il nido da solo ma occupa quello lasciato libero da corvi o similari – nonché, in particolare, nell’utilizzo massiccio di pesticidi che comporta una drastica riduzione della disponibilità di insetti, alimento principale per questa specie.

    L’intensificazione delle pratiche agricole e la tendenza a ridurre al minimo gli ambienti coltivati a cereali o a erbe da foraggio e gestiti in maniera non estensiva, hanno un impatto molto negativo sulla specie, soprattutto per quanto riguarda la disponibilità di prede. L’attuale areale di distribuzione è pesantemente alterato da infrastrutture di trasporto esistenti o in costruzione (in particolare l’autostrada Ti-Bre).

    Proteggere le colonie riproduttive e i siti di nidificazione noti dall’urbanizzazione, dall’abuso di pesticidi e dalla persecuzione diretta. Approfondire i fattori in grado di influenzare la presenza della specie per predisporre e attuare specifici indirizzi per la tutela degli habitat riproduttivi. Un progetto pluriennale condotto dalla Lipu, focalizzato su apposizione di cassette nido e monitoraggio del successo riproduttivo, ha consentito un aumento consistente della popolazione nidificante nel Parmense, che è la più importante a livello nazionale.

    Per ora circoscritta alla Pianura Padana centro-orientale, la popolazione italiana di Falco cuculo è stata ben monitorata negli ultimi 15 anni. Mancano tuttavia informazioni complete sui fattori in grado di influenzare la biologia riproduttiva, che aiuterebbero a predisporre indicazioni puntuali e più corrette sulle modalità di gestione degli ambienti agricoli per agevolare l’affermarsi della popolazione italiana.
    Trattandosi di specie di recente colonizzazione, non è possibile indicare un Valore di Riferimento Favorevole (FRV), anche se è utile proporre alcune utili indicazioni per la conservazione. 

    Un’altra azione chiave riguarda un approfondimento sui fattori in grado di influenzare la presenza e la nidificazione della specie che portino alla predisposizione e all’attuazione di specifici indirizzi per un’idonea gestione ambientale. 

    Probabilmente, a giocare un ruolo chiave per la conservazione della specie a livello globale, sarà da un lato la persistenza e la tutela di idonei habitat riproduttivi. Dall’altro, il monitoraggio delle condizioni di migrazione per e da i quartieri riproduttivi, senza tralasciare un approfondimento sulle condizioni di svernamento registrate in Africa.

     

  • Foto animate

    Foto animate

    Quando la Fotografia si fonde con l’Arte Digitale: l’incontro tra le mie foto e le opere grafiche di Bianca Tassoni

     

     

    Nel mondo dell’arte visiva, le collaborazioni tra diversi medium possono dare vita a opere sorprendenti. Recentemente ho avuto il piacere di collaborare con una disegnatrice professionista, Bianca Tassoni, che ha lavorato con alcune delle mie fotografie e le ha arricchite con elementi disegnati e tradotti digitalmente. Il risultato finale è qualcosa che va oltre la fotografia, creando una fusione unica di realtà ed immaginazione.

    In questo articolo voglio raccontarvi com’è nata questa collaborazione e farvi scoprire il processo creativo dietro le immagini, ponendo alcune domande (spero intelligenti, essendo io più che ignorante in materia) a Bianca.

    La collaborazione con Bianca è nata da una richiesta degli amici della Pro Loco di Viadana, per la creazione di materiale adatto a pubblicizzare – sui social ed altri canali di diffusione – la corsa ciclistica non competitiva denominata La Sabbiosa, che rinnoverà il suo appuntamento annuale a metà del 2025, esattamente il 29 giugno, e che si articolerà in tre diverse categorie in base alla distanza di percorrenza, con partenza da Viadana (MN) e percorsi distinti che toccheranno diversi punti assolutamente interessanti dal punto di vista architettonico e naturalistico del territorio compreso fra i fiumi Oglio e Po, con alcune soste dedicate sia al ristoro che alle relazioni di esperti, per far meglio conoscere ai partecipanti il territorio che stanno percorrendo in bici.

    L’idea di base era quella di combinare la bellezza congelata in un istante della fotografia con la libertà dell’illustrazione grafica. Ogni foto racconta una storia, ma attraverso il disegno si possono aggiungere nuovi significati, atmosfere e dettagli che vanno oltre la realtà catturata dall’obiettivo. Con il progredire del progetto ho potuto apprezzare sempre di più la capacità creativa di Bianca e, soprattutto, l’estrema “delicatezza” che lei ha usato per introdurre i suoi disegni nelle mie foto, un rispetto che non è scontato e che, per quel che mi riguarda, ha contribuito a farmela apprezzare ancora di più come creativa e professionista. 

    – Ciao Bianca, grazie per aver accettato questa intervista. Puoi raccontarci un po’ del tuo lavoro e di come ti sei avvicinata all’illustrazione digitale?

    Ciao a tutti i lettori. Prima di tutto mi presento: mi chiamo Bianca Tassoni,   ho 22 anni e sono una fumettista professionista. Sono partita dalla mia grande passione e sto riuscendo, poco alla volta, a trasformare questa passione in un lavoro, creando una mia un’identità ben precisa, essenziale in questo mondo, tutto ciò grazie soprattutto al grande studio che ho fatto presso l’Accademia Europea di Manga, che mi ha permesso di elevare le mie capacità grafiche partendo dalle basi. Durante gli anni di studi ho potuto variare e scoprire diversi approcci a questa arte del fumetto giapponese, dal tradizionale disegno su carta con pennino ed inchiostro fino al disegno digitale con computer e tavoletta grafica. Le mie ispirazioni artistiche provengono dai grandi maestri di questo genere come Miura Kentarou e Inoue Takehiko, giusto per citarne un paio. Essi lavorano con uno stile prettamente realistico nelle loro opere più famose, affermandosi nel genere chiamato “seinen”, il genere per adulti. Al momento sono inserita in uno studio di webtoon, “Simple but fire”, e sono al lavoro su due serie con pubblicazione settimanale.

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

    Come si è sviluppata la nostra collaborazione, dopo il periodo di “studio” iniziale? Cosa ti ha colpito delle foto che ti ho dato da modificare?

    – Le tue foto, Sergio, sono foto sicuramente pensate, non fatte con un telefono e via. In esse percepisco un pensiero, una passione e una dedizione di un professionista, soprattutto per intrappolare dentro alla macchina fotografica il momento perfetto, il momento in cui tutto sembra “sospeso” per un attimo. I colori, le luci, le ombre e gli elementi che fotografi non sono posizionati o messi per caso, dietro c’è uno studio nell’elaborazione dei giusti pesi visivi per guidare l’occhio dello spettatore esattamente dove tu desideri indirizzarlo. Nelle tue foto il soggetto è l’ambiente, e che soggetto! La Pianura Padana, per quanto semplice e forse noiosa, sa regalare a chi ha un occhio più attento momenti pazzeschi, quasi fatati.

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

    Qual è stato il processo creativo dietro l’aggiunta degli elementi disegnati? Come hai scelto gli stili e i colori per ciascuna fotografia?

    – Ho scelto uno stile leggermente più semplificato rispetto a quello che adotto di solito nei miei lavori, perciò andando a togliere luci ed ombre che di solito ottengo con tratteggi e campiture di nero, rimpiazzando invece con i colori forniti di volta in volta dalle palette visive nelle tue fotografie.

    Come definiresti la combinazione di fotografia e illustrazione che hai creato? Quali emozioni o messaggi speri di trasmettere attraverso queste opere?

    – Spero che con il binomio fotografia ed illustrazione arrivi il messaggio di ciò che è l’evento “La Sabbiosa”, con una chiave di lettura diversa dal solito. Spero davvero che tra i miei personaggi qualcuno si sia riconosciuto, anche vagamente, o abbia anche ispirato all’iscrizione e quindi scoprire una volta per tutte le emozioni che porta questo evento, e soprattutto questi luoghi che ci circondano.

    Quali sono le sfide più grandi che hai affrontato lavorando su questo tipo di progetto? C’è stato qualche momento in cui il processo creativo ti ha sorpreso?

    – Una delle sfide più grandi per me è stata quella di riuscire a trovare il tempo di lavorarci in mezzo alla quantità enorme di lavoro in cui già sono sommersa, anche perchè in fin dei conti ne sono uscite 21 nell’arco di questo anno! Sono comunque felice di aver contribuito a questo evento ed averne trovato il tempo per accontentare tutte le richieste del team Sabbiosa. Sono altresì contenta personalmente di come mi sono riusciti i disegni e di come sono riuscita ad integrare i personaggi con le foto di sfondo, sfida non molto semplice, ma anzi penso che si possa fare ancora di meglio.

     – Per i lettori interessati a esplorare il mondo dell’illustrazione digitale, hai qualche consiglio su come iniziare o migliorare?

    – Prima di tutto è importante avere una buona base in tradizionale, poi si può passare al digitale. Il consiglio che danno tutti i professionisti è semplicemente quello di continuare a disegnare soprattutto partendo dalle basi e non focalizzarsi solo sulle cose che si sanno già fare, quindi sperimentare, studiare e disegnare come dei forsennati!

    – Ti ringrazio di cuore, Bianca.

    – Grazie a te, Sergio.

    Ora che il lavoro è terminato e rimane solo da partecipare alla Sabbiosa (a tale proposito desidero ricordare l’enorme lavoro organizzativo portato avanti da tutti i volontari della Pro Loco di Viadana), posso dire con una certa sicurezza che questa collaborazione è stata un’esperienza straordinaria che ha dato vita a qualcosa che ritengo unico, non tanto come mezzo espressivo (non siamo certo dei pionieri, io e Bianca) ma per l’empatia ed il rispetto reciproco con il quale esso è stato sviluppato. La fusione tra fotografia e illustrazione ha aperto nuove possibilità creative e mi ha permesso di vedere le mie immagini sotto una luce decisamente diversa.

    Ringrazio ancora Bianca per aver condiviso il suo talento e il suo processo creativo con me. 

    Se vi è piaciuto questo progetto e volete vedere altre collaborazioni simili, continuate a seguire me su questo contenitore e sui social (Instagram sergio_marcheselli) così come Bianca, per scoprire tutto il suo lavoro (Instagram _artybianca_ ).Inoltre, se avete domande per Bianca, sentitevi liberi di lasciarle nei commenti all’articolo.

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

  • Nuova uscita: la Nikon Z6 III

    Nuova uscita: la Nikon Z6 III

     

    Alcuni giorni fa Nikon ha presentato la Z6 III in tutto il mondo. La Nikon Z6 III è stata lanciata come successore della Z6 II, presentata circa quattro anni fa, apportando miglioramenti significativi sia in termini di hardware che di funzionalità. Nikon ha puntato a rendere questo modello una fotocamera versatile e potente, adatta a una vasta gamma di applicazioni fotografiche e video, con parecchia attenzione, direi, a quest’ultimo comparto artistico.

    Caratteristiche principali

    – Sensore parzialmente stacked (impilato) e processore

    La Z6 III è dotata di un sensore CMOS BSI full-frame da 24.5 MP con tecnologia parzialmente stacked, prima fotocamera di questo segmento ad adottare questa soluzione tecnica. E’ indubbiamente una delle principali innovazioni del sensore della Z6; questo significa che, pur non essendo completamente impilato come alcuni sensori di fascia alta (ad esempio, quello della Nikon Z9), presenta miglioramenti significativi nella gestione dei dati e nella velocità di lettura rispetto ai sensori tradizionali non impilati. Questa configurazione consente di migliorare la velocità di scatto continuo e ridurre l’effetto rolling shutter nei video. La risoluzione è identica alla Nikon Z6 II ma le prestazioni cambiano in modo netto: raffica a 120 fps e video 6K/60p RAW. I 120 fps sono raggiungibili alla risoluzione di 10 megapixel in formato ridotto DX JPEG oppure, per chi vuole la risoluzione piena, è possibile scattare a 60 fps; si tratta di un miglioramento netto rispetto ai 14 fps del modello precedente. Il nuovo sensore parzialmente stacked promette anche un’elevata gamma dinamica e offre ISO nativo 100-64.000 ISO, con espansione a 50-204.800 ISO. Il processore è l’EXPEED 7, lo stesso della Z8 e della Z9.

    – Sistema autofocus

    Un altro miglioramento significativo è il sistema di autofocus avanzato, che offre 273 punti AF a rilevamento di fase con una maggiore precisione e velocità. Il sistema include anche il rilevamento degli occhi e del viso, rendendolo perfetto per ritratti e fotografia di animali.

    –  Mirino elettronico (EVF)

    Il nuovo EVF della Z6 III ha una risoluzione di 5.76 milioni di punti con frequenza di aggiornamento a 60 fps, un incremento significativo rispetto ai modelli precedenti. È anche estremamente luminoso, con una capacità di 4000 nits, che assicura una visibilità eccezionale anche in condizioni di luce scarsa e, soprattutto, copertura dello spazio colore DCI-P3, per una pre-visualizzazione più fedele delle riprese video.

    – Stabilizzazione

    La Nikon Z6 III include un sistema di stabilizzazione dell’immagine con sistema IBIS a 5 assi e promette fino a 8 stop di stabilizzazione, con la possibilità di aggiungere stabilizzazione elettronica durante la registrazione dei filmati. In più anche su questo modello troviamo la particolare funzione ‘VR sul punto di messa a fuoco’ che ottimizza la stabilizzazione sul punto di messa a fuoco attivo.

    – Video

    Per i videomaker, la Z6 III supporta la registrazione in camera di filmati 6K/60p in formato RAW e 5,4K 60p in formato compresso YUV. Non solo, in 4K è possibile salire fino a 120 fps; inoltre offre una varietà di codec professionali come ProRes Raw e N-raw. Naturalmente per i formati video più gravosi sarà necessario utilizzare le schede di memoria CF Express (possibilmente di qualità e veloci), che affiancano nel doppio slot le tradizionali SD.

    – Design, ergonomia, alimentazione

    Il design della Z6 III segue una linea evolutiva rispetto ai modelli precedenti, con una disposizione dei pulsanti familiare (molto simile alla Nikon Z8) ma migliorata per una maggiore ergonomia. La fotocamera è anche leggermente più grande della Z6 II per garantire un’impugnatura più comoda (il mignolo non esce dall’impugnatura) ed ha una costruzione robusta, con una tropicalizzazione migliorata. Tra l’altro, essendo abituato a maneggiare la Z7 e la Z6, quando ho preso in mano per la prima volta la Z6 III ho avuto, proprio la sensazione di usare la Z8, perché le dimensioni sono effettivamente più grandi delle Z6/7. Utilizza (fortunatamente) le solite batterie EN-EL15c e, per chi prevede raffiche di scatti come non ci fosse un domani o desidera evitare il cambio batterie frequente, è in vendita fin da subito il battery grip MB-N14.

    – Confronto con la Nikon Z8

    La Nikon Z8 e la Nikon Z6 III rappresentano due punti di riferimento nella linea di fotocamere mirrorless di Nikon. La Z8, presentata come una versione più compatta della Z9, offre prestazioni di fascia alta per professionisti, mentre la Z6 III si distingue per essere una fotocamera versatile adatta a fotografi entusiasti e videomaker. Questo, almeno, nelle intenzioni della casa giapponese anche se, sono convinto, ci saranno parecchi professionisti che la utilizzeranno come fotocamera di backup se non come corpo principale; si accettano scommesse.

    La Z8 monta un sensore CMOS BSI full-frame da 45.7 MP, derivato direttamente dalla Nikon Z9, con una risoluzione molto alta e un processore EXPEED 7, che garantisce una gestione rapida dei dati e capacità di elaborazione avanzata. Questa configurazione la rende ideale per applicazioni professionali che richiedono dettagli estremamente elevati, come la fotografia commerciale e la produzione video ad alta risoluzione. La Z6 III, d’altra parte, è dotata di un sensore CMOS BSI full-frame da 24.5 MP con una tecnologia parzialmente impilata e un processore EXPEED 7, come detto. Questo sensore, sebbene con una risoluzione inferiore rispetto alla Z8, offre prestazioni eccellenti in condizioni di scarsa illuminazione e una gestione del rumore ottimale, rendendola una scelta versatile per diverse situazioni fotografiche e video. Purtroppo Nikon non ha pensato di dotare la Z6 III della medesima tendina che c’è invece su Z8 e che serve a proteggere il sensore dalla polvere durante la sostituzione degli obiettivi. Un vero peccato, secondo me.

    La Z8 offre un sistema autofocus a rilevamento di fase con 493 punti di messa a fuoco, coprendo una vasta area del sensore. Supporta anche il riconoscimento di soggetti avanzato, compresi occhi, volti, animali e veicoli. È progettata per catturare immagini ad alta velocità con una raffica fino a 20 fps in RAW e 120 fps in modalità JPEG con una risoluzione ridotta, ideale per la fotografia sportiva e di fauna selvatica. La Z6 III è equipaggiata con un sistema AF a 273 punti, che, sebbene meno avanzato rispetto alla Z8, offre una messa a fuoco precisa e veloce. La velocità di scatto continuo è di 60 fps in modalità JPEG con risoluzione completa, che può essere incrementata a 120 fps in modalità APS-C.

    La Z8 utilizza un mirino elettronico (EVF) ad alta risoluzione da 9.44 milioni di punti, lo stesso della Z9, con una frequenza di aggiornamento di 120 Hz e una luminosità eccezionale. Questo EVF offre un’esperienza di visione fluida e dettagliata, essenziale per la composizione precisa e il lavoro in condizioni di luce variabile. Il mirino elettronico della Z6 III ha una risoluzione di 5.76 milioni di punti e una luminosità fino a 4000 nits, con una frequenza di aggiornamento di 60 Hz. Anche se meno risoluto rispetto a quello della Z8, offre comunque una visione chiara e luminosa, adeguata alla maggior parte delle esigenze fotografiche.

    La Z8 è progettata per la produzione video professionale, con capacità di registrazione video 8K fino a 60 fps e 4K fino a 120 fps. Supporta una vasta gamma di codec professionali, inclusi N-RAW e ProRes RAW, rendendola ideale per progetti video di alta qualità e produzione cinematografica. La Z6 III offre la registrazione video 6K e oversampling 4K fino a 60 fps. È in grado di registrare in diversi formati video professionali, inclusi ProRes RAW e H.265, il che la rende una scelta eccellente per videomaker che cercano un dispositivo compatto ma potente per la produzione di contenuti.

    La Z8 ha un corpo robusto e resistente agli agenti atmosferici, con una costruzione in lega di magnesio che garantisce durabilità e affidabilità in condizioni estreme. Ha un design ergonomico che favorisce l’uso prolungato in situazioni impegnative. Mi ha un po’ deluso il battery grip dedicato (MB-N 12), che trovo un poco sovradimensionato, tanto è vero che, una volta montato, la Z8 diventa più alta (e non di poco) della Z9. Decisamente migliore il battery grip commercializzato per la Z6 III, si integra meglio, a mio avviso. La Z6 III mantiene un design compatto e leggero, con una costruzione resistente agli agenti atmosferici e una protezione migliorata rispetto alla Z6 II. È più leggera della Z8, il che la rende più portatile e facile da maneggiare per i fotografi in movimento.

    Le note dolenti: con un prezzo che parte da circa 4.500 € (ma in questo periodo è in corso una campagna promozionale di Nikon che sconta direttamente al momento dell’acquisto 500 € e quindi arriviamo a 4.000 € tondi) la Z8 si posiziona come una fotocamera di fascia alta, destinata a professionisti che necessitano delle migliori prestazioni in ogni situazione. La Z6 III, con un prezzo di circa 2.900 € (sempre con garanzia Italia), rappresenta una scelta più accessibile per appassionati e professionisti che desiderano una fotocamera versatile e potente senza compromettere troppo il budget.

    In conclusione, la Nikon Z8 e la Nikon Z6 III offrono caratteristiche distintive che le rendono adatte a esigenze diverse. La Z8 è l’ideale per chi cerca la massima qualità e prestazioni professionali, mentre la Z6 III è una soluzione versatile per fotografi e videomaker che desiderano un ottimo equilibrio tra qualità, funzionalità e prezzo.

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

    Nota: tutte le immagini dell’articolo sono mie, eccetto la foto di apertura, dove viene mostrato il sensore della fotocamera, che è tratta dal sito ufficiale Nikon Italia  © Nikon

  • Nikkor Z 24 mm f/1.7: piccolo e sorprendente.

    Nikkor Z 24 mm f/1.7: piccolo e sorprendente.

    Quando si tratta di fotografia, la scelta dell’obiettivo giusto può fare la differenza tra un’immagine mediocre ed una molto bella. Tra le molte opzioni disponibili sul mercato, il Nikkor Z 24 mm f/1.7 si distingue per la sua eccellenza ottica e le ottime prestazioni malgrado la costruzione relativamente economica ed il prezzo interessante.

    La genesi di questo mio acquisto è un tantino strana: cercavo una fotocamera compatta da tenere in tasca per tutte le evenienze (e anche per fare un po’ lo sborone snob); avevo pensato ad una Nikon Coolpix, modello a piacere, per questioni di abitudine ai menù di gestione ed ai files prodotti dalla casa nipponica. Però i miei desideri si sono scontrati con la realtà: difficilissimo trovarne una in condizioni decenti o, utopia, una nuova. Tutti gli annunci sui siti di vendita on line riguardavano fotocamere usate; ed io sarei anche stato disposto a considerarne una di questa categoria (cosa che veramente non faccio quasi mai) se non che la maggior parte di quelle desiderabili erano corredate da immagini di repertorio estratte dagli annunci pubblicitari dell’epoca di commercializzazione e quindi era impossibile valutarne le reali condizioni; le altre di cui i venditori avevano correttamente messo le foto reali erano conciate coma la pompa di benzina del famigerato video che gira sui social in questi giorni e quindi da scartare. Conclusione: visto che ho la Z50 (relativamente piccola), mi sono messo alla ricerca di un obiettivo di piccole dimensioni con un range di focale dai 24 ai 35 mm ed eccoci qui, Vostro Onore.

    Design e Costruzione

    Il Nikkor Z 24 mm f/1.7 è stato progettato con cura per offrire prestazioni ottimali in un formato compatto. Il suo design leggero e robusto lo rende ideale per l’uso quotidiano e per le avventure fotografiche in movimento. È luminoso (inusuale l’apertura f/1.7 per Nikon) ma non raggiunge i pesi proibitivi e le dimensioni di altri obiettivi con apertura simile.  La costruzione di buona qualità assicura durata nel tempo e una resistenza alle intemperie, consentendo ai fotografi di catturare immagini valide in qualsiasi condizione. Strano il paraluce: è conico, a vite, in plastica, leggerissimo, non aggiunge nulla al peso dell’obiettivo ed ha un qualcosa di indefinito che lo rende piacevole ed elegante.

    Prestazioni Ottiche

    Una delle caratteristiche interessanti del Nikkor Z 24 mm f/1.7 è la sua buona qualità ottica. L’ampia apertura massima di f/1.7 consente di catturare immagini luminose e dettagliate anche in condizioni di scarsa illuminazione, mentre il diaframma circolare a 9 lamelle produce un bokeh morbido e piacevole, ideale per ritratti e scatti creativi. Nitidezza, resistenza al flare, distorsione sono in linea con la classe del prodotto; soffre un pochino di aberrazione cromatica.

     

    Versatilità e Creatività

    Grazie alla sua lunghezza focale di 24 mm (equivalente DX di un 35 mm FX), questo obiettivo offre un’ampia prospettiva che cattura l’essenza di ogni scena. È l’obiettivo perfetto per la fotografia paesaggistica, architettonica, street photography e, osando un pochino, ritratti ambientati piacevoli, rivelandosi di fatto un obiettivo buono per tutte le stagioni, da montare su una fotocamera e da non togliere più. Senza dimenticare che la sua ampia apertura massima lo rende ideale per la fotografia con poca luce e per creare effetti artistici interessanti (non aspettatevi un bokeh con pallini perfettamente sferici, ma va bene ugualmente).

    Conclusioni

    In conclusione, il Nikkor Z 24 mm f/1.7 è un obiettivo decisamente interessante che unisce prestazioni ottiche eccellenti, design compatto e versatilità notevole. Che tu sia un fotografo professionista in cerca di strumenti di alta qualità o un appassionato che vuole portare la propria fotografia al livello successivo, questo obiettivo è sicuramente una scelta vincente.

  • Monopiede fotografico Refoni A304P

    Monopiede fotografico Refoni A304P

    Il Monopiede Fotografico Refoni A304P: leggerezza, stabilità e versatilità.

    Se sei un fotografo o un videomaker alla ricerca di un monopiede affidabile, il Refoni A304P potrebbe essere la tua scelta ideale. Ho deciso di acquistarlo recentemente in sostituzione di un monopiede Manfrotto molto valido sotto tutti gli aspetti ma con il difetto (naturalmente in considerazione delle mie esigenze) di avere una piccola testa con un solo movimento possibile e, soprattutto, con un attacco proprietario Manfrotto e non con un attacco Arca-Swiss, ormai quello in assoluto più diffuso e che anch’io attualmente adotto per tutti gli attacchi. In questo articolo, esploreremo le caratteristiche chiave di questo monopiede in alluminio e come può rendere agevole l’esperienza di scatto o ripresa.

    Caratteristiche Principali del Monopiede Refoni A304P:

    • Materiali leggeri: il Refoni A304P è realizzato in alluminio, rendendolo leggero e facile da trasportare. Questo è particolarmente vantaggioso per i fotografi che desiderano attrezzature leggere e poco ingombranti per le loro avventure fotografiche oppure per tutti coloro che desiderano avere un punto di appoggio decente, che non sia la schiena dell’amico, in luoghi in cui è proibito utilizzare il treppiede, tipo musei, chiese e luoghi frequentati dal pubblico in genere.

    • Testa a sfera integrata: la testa a sfera offre una rotazione fluida della fotocamera. È possibile cambiare facilmente l’orientamento senza dover regolare manualmente il monopiede. Inoltre, la testa a sfera offre stabilità anche quando si utilizzano attrezzature relativamente pesanti. Come già detto sopra, un plus è l’attacco tipo Arca-Swiss, ormai il più diffuso. Nella confezione che ho ricevuto sono comprese anche due piastre da avvitare sul fondo della fotocamera o su di un flash, per esempio.

    • Altezza regolabile: il monopiede Refoni A304P può essere regolato ad una altezza minima di 72 cm fino a raggiungere una altezza massima di 183 cm. Questa versatilità ti consente di catturare angoli diversi senza dover portare un treppiede ingombrante. Per modificare l’altezza del monopiede si apre uno dei tre ganci che bloccano le tre sezioni. Personalmente mi fermo a due sezioni, per due motivi essenziali: non sono un gigante e inoltre con le tre sezioni aperte il monopiede diventa, a mio giudizio, un pelo ballerino e questa è una cosa che non desideriamo affatto, quando scattiamo una foto.

    • Piedini di supporto rimovibili: i piedini di supporto offrono stabilità aggiuntiva quando si scatta su superfici irregolari o in condizioni ventose. Inoltre, possono essere rimossi per utilizzare il monopiede come treppiede da tavolo. Operazione un pelo macchinosa (occorre svitare, con una delle brugole comprese nella confezione, due piccole viti alla base del monopiede che rendono solidale l’asta vera e propria con la parte che comprende i piedini) ma con un poco di pazienza si può ottenere un piccolo treppiede, su cui è possibile avvitare la stessa testa a sfera del monopiede ed utilizzarlo come treppiede da tavolo per foto di cibo, piccoli oggetti e similari. Inoltre all’asta sganciata dai piedini è possibile avvitare un piedino in gomma (fornito anch’esso nella confezione) per avere un monopiede con il classico appoggio singolo a terra.

    • Capacità di carico: Il Refoni A304P può sopportare un carico massimo di 15 kg, secondo quanto dichiarato da libretto di istruzioni e dalla pubblicità; io mi fermerei un pelo prima, per una questione di sicurezza (nessuno desidera veder rotolare la propria fotocamera per un pendio) ed anche per una questione di stabilità: un peso ragionevole consente di ottenere una certa immobilità della fotocamera anche se (poi fate come volete) io una mano sull’asta del monopiede la tengo sempre. Questo significa che è possibile utilizzarlo con reflex digitali, fotocamere compatte e mirrorless in relativa sicurezza; se ci mettete sopra qualcosa di più grosso di un 24-70 mm o una medioformato, ricordatevi sempre della famosa mano di cui si parlava sopra, soprattutto se la giornata è ventosa o se fotografate in un quartiere malfamato.

    • Design compatto: il monopiede chiuso ha una lunghezza di circa 70 cm ed è possibile riporlo nella comoda sacca, fornita di manici e tracolla, che viene fornita con tutto il resto, vale a dire brugole di diverse misure, piedino in gomma da avvitare all’asta per farlo diventare un monopiede classico, riduzione con vite di attacco 3/4, libretto di istruzioni in cinese mandarino (scherzo, anche in inglese), cinghia tracolla.

    Perché Scegliere il Monopiede Refoni A304P?

    • Versatilità: Grazie alla sua altezza regolabile e ai piedini di supporto, il Refoni A304P si adatta a diverse situazioni di scatto. È perfetto per ritratti, paesaggi e fotografia sportiva. E, con asta sganciata e spostamento della testa a sfera diventa, come detto, un piccolo treppiede da utilizzare ovunque, anche per riprese rasoterra.

    • Qualità costruttiva: l’alluminio è noto per la sua resistenza e durata. Il Refoni A304P è costruito per durare nel tempo, anche con un uso intensivo. Naturalmente vi saprò dire fra un po’ di tempo se ci saranno problemi. Perché è vero che l’alluminio sembra decisamente robusto, ma il mio timore riguarda sempre snodi, cerniere e i movimenti della testa a sfera (timori applicabili a qualsiasi monopiede/treppiede, senza distinzioni di marca) e solo il tempo ed il campo renderanno veritiere le promesse.

    • Leggerezza: Con un peso di soli 1,35 kg, è possibile portare il monopiede ovunque si vada senza affaticarsi troppo. Se non si desidera utilizzare la sacca in cordura originale, è sempre possibile infilarlo in una delle tasche esterne dello zaino, tanto chiuso è veramente poco ingombrante.

    In conclusione, il monopiede fotografico Refoni A304P è una scelta eccellente per chi cerca stabilità, leggerezza e versatilità. E, nota a margine per fotografi e videomakers con il risvoltino: è anche carino con il suo colore nero di base e le finiture color arancio.

     

  • Impostazioni personali menù Nikon Z7

    Impostazioni personali menù Nikon Z7

    Senza la pretesa di essere definitivo e rammentando che sono scelte personalizzate in base alle mie esigenze di scatto, riporto di seguito le impostazioni operative della mia fotocamera Nikon Z7 che, sostanzialmente, sono valide anche per la Nikon Z7II così come Z6 e Z6II.

    Per la precisione è la configurazione che utilizzo per la fotografia di paesaggio e, ovviamente, quella dedicata alle foto faunistiche o quella adatta ai ritratti di persone sono un pochino diverse in alcuni parametri fondamentali.

    Cercherò di integrare questo testo con le varianti.

     

     

     

     

    Impostazioni Nikon Z7

    MENU RIPRODUZIONE

    Cancella

    Cartella di riproduzione – Tutte

    Opzioni di visualizzazione della riproduzione > Informazioni aggiuntive sulla foto >         Highlights

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    Panoramica

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    Dopo sequenza, mostra > Prima foto in sequenza

    Ruota foto verticali – OFF

    Slide show – –

    Classificazione

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    Reset menù di ripresa foto

    Cartella di memorizzazione – NCZ_7

    Nome file – Scegliere nome personale

    Scegli area immagine > FX

    Qualità dell’immagine > RAW

    Dimensione dell’immagine        > JPEG/TIFF > L

      > NEF (RAW) > RAW L

    Registrazione NEF (RAW)  > compressione NEF (RAW) > Senza compressione

          > Profondità di bit NEF (RAW) > 14 bit

    Impostazioni sensibilità ISO  > 64

    > Controllo automatico della sensibilità ISO – OFF

    Bilanciamento del bianco > Auto > A Luce naturale auto

    Impostazione Picture Control   > A Auto

        > Standard 

        > Nitidezza +4 

        > Nitidezza media +4 

        > Chiarezza +1

    > Monocromia  > Nitidezza +4

            > Nitidezza media +4 

            > Chiarezza +3

            > Contrasto +3 

            > Filtro effetti R

    Gestisci Picture Control

    Spazio colore > Adobe

    D Lighting attivo – OFF

    NR su esposizioni lunghe – OFF

    NR su ISO elevati – OFF

    Controllo vignettatura – N

    Compensazione della diffrazione – ON

    Controllo distorsione auto – ON (in grigio)

    Scatto con riduzione sfarfallio – OFF

    Misurazione esposimetrica – Matrix

    Controllo del flash (in grigio se non è collegato il WR-R10) 

    Modo flash (in grigio quando non c’è il flash nella slitta contatto a caldo)

    Compensazione flash 0. 0 (in grigio)

    Modo di messa a fuoco –  AF-S AF singolo

    Modo area AF – AF a punto singolo

    Riduzione vibrazioni – OFF

    Auto bracketing> AE

    Esposizione multipla – OFF

    HDR (high dynamic range) (in grigio)

    Riprese intervallate – OFF

    Ripresa time-lapse – OFF

    Ripresa con cambio messa a fuoco – OFF

    Fotografia silenziosa > ON

    MENU DI RIPRESA FILMATO

    Reset menù di ripresa filmato – –

    Nome file > BMP

    Scegli area immagine > FX

    Dimens./freq. fotogrammi – 2160/30

    Qualità filmato > ALTA (in grigio)

    Tipo file filmato > MOV

    Impostazioni sensibilità ISO 

    > Sensibilità massima > 6400

    > Controllo ISO automatico (modalità M) > OFF

    > Sensibilità ISO (modalità M) > 64

    Bilanciamento del bianco > Auto luce naturale

    Imposta Picture Control > SD

    Gestisci Picture Control > – – –

    D-Lighting attivo > OFF

    NR su ISO elevati > OFF

    Controllo vignettatura –  OFF

    Compensazione della diffrazione – ON

    Controllo distorsione auto (in grigio)

    Riduzione dello sfarfallio > Auto

    Misurazione esposimetrica – Matrix

    Modo messa a fuoco – MF

    Modo area AF (in grigio)

    Riduzione vibrazioni – ON SPT

    VR elettronico – OFF

    Sensibilità microfono > Sensibilità manuale > 10

    Attenuatore > OFF

    Risposta in frequenza > WIDE

    Attenuazione vento > ON

    Volume cuffie > Sensibilità manuale >10

    Timecode —

    MENU PERSONALIZZAZIONI

    Reset personalizzazioni —

    a Autofocus

    a1* Selezione priorità AF-C > Messa a fuoco

    a2 Selezione priorità AF-S > Messa a fuoco

    a3* Focus Tracking + Lock-On > Scatto bloccato Risposta AF > 4

    a4* Ril. Volto/occhi NO

    a5 Punto AF usato > TUTTI

    a6* Mem. punti con orientamento > ON

    a7* Attivazione AF > OFF

    a8 Limita selez. modo area AF

    a9* Inclusione punti AF > ON

    a10* Opzioni punto AF > Modalità di messa a fuoco manuale > OFF

          > Assistenza area dinamica > ON

    a11* AF con scarsa illuminazione – ON

    a12 Illuminatore AF incorporato – ON

    a13 Anello messa a fuoco mn. AF – ON (appare solo quando è montato l’obiettivo Z con la ghiera di messa a fuoco)

    b Misurazione/esposizione

    b1 Step EV in esposizione > 1/3

    b2 Comp. Agevolata esposiz. – OFF

    b3 Area ponderata centrale – (●)12

    b4 Regolaz. Fine esposimetro – –

    c Timer/Blocco AE

    c1 Pulsante di scatto AE-L > OFF

    c2 Autoscatto – –

    c3* Ritardo spegnimento          > Riproduzione 20s

    > Menu 1m

    >Rassegna delle immagini 10s

    >Tempi di standby Illimitati

    d Ripresa / Display

    d1 Vel. Scatto modo seq. CL > 3 fps

    d2 Limite scatto continuo > 200

    d3 Opzioni modo di scatto sincro

    d4 Esposizione posticipata > 3s

    d5 Tipo otturatore > Otturatore a prima tendina elettronica

    d6* Limita area imm. selezionabile        >FX

           >DX

    d7 Numerazione sequenza file > ON

    d8* Applica impostazioni al live view > OFF

    d9 Mostra reticolo > OFF

    d10* Alte luci peacking > Livello di picco > 3

    > Colore di evidenziazione del picco > Y

    d11 Visualizza tutto in mod. continua > ON

    e Bracketing / flash

    e1* Tempo sincro flash > 1/200*

    e2*Tempo di posa flash > 1/2

    e3* Compens. Esposizione flash > Solo sfondo

    e4* Controllo automatico ISO > Solo soggetto

    e5 Lampi flash pilota > ON

    e6 Auto bracketing (modo M) > Flash/velocità

    e7*Ordine bracketing > Sotto>MTR>Sopra

    f Controlli

    f1* Personalizza menù i >Controllo immagine >WB>d >d+/- >Modalità di scatto>Modalità area AF

    AF/MF > Espansione multipla>Foto silenziosa>Bluetooth>Applica le impostazioni alla visualizzazione live>Splitscreen

    f2* Assegnaz. Contr. Personalizz.           > Fn1 > Riproduzione

          > Fn2 > Griglia

          >AF-ON > AF-ON

          > Sottoselettore > Selezione punto di messa a fuoco

          > Sottoselettore centrale > Selezione del punto di messa a fuoco centrale

          > Pulsante di registrazione filmati > Scelta dell’area dell’immagine

          > Pulsanti funzione di messa a fuoco dell’obiettivo > Solo blocco AF

          > Anello di controllo dell’obiettivo > Nessuno

    f3 Pulsante OK

    f4 Blocca tempo e diaframma – –

    f5* Personalizzazione ghiere      > Rotazione inversa > Compensazione dell’esposizione

        > Cambia principale/sub > Impostazione dell’esposizione > OFF

        > Impostazione della messa a fuoco automatica > OFF

        > Menu e riproduzione > ON

        > Avanzamento dei fotogrammi del quadrante secondario > 10

    f6 Press. Pulsante uso ghiera > OFF

    f7 Inverti indicatori > – 0 +

    g Filmato

    g1 Personalizzaza menu i

    g2* Assegnaz. Contr. Personalizz. > Fn1 > Apertura diaframma (aperto)

    > Fn2 > Apertura diaframma (chiusura)

    >Pulsante AF-ON > AF-ON

    > centro del sottoselettore > blocco AE/AF

    > Sblocco dell’otturatore > Registrazione di filmati

    > Ghiera di controllo dell’obiettivo > Compensazione dell’esposizione

    g3 Pulsante OK – RESET

    g4* Velocità di AF +5

    g5* Sensibilità di inseguimento AF 7

    g6 Visualizzazione alte luci (grigio)

    MENU IMPOSTAZIONI

    Formatt. card di memoria – –

    Salva impostazioni utente —

    Ripristina impostazioni utente —

    Lingua > Italiano

    Fuso orario e data – Berlino

    Luminosità del monitor – 0

    Bilanciamento colore monitor –

    Luminosità  mirino –1

    Bilanciamento colore mirino

    Luminosità del pannello di controllo — 4

    Selezione modalità monitor limite –

    Visualizzazione informazioni W

    Regolazione fine AF – –

    Dati obiettivo non CPU – No.1

    Pulizia del sensore immagine > Pulizia automatica > Pulizia allo spegnimento

    Foto di rif. della polvere dell’immagine – – (in grigio)

    Commento immagine – OFF

    Informazioni sul copyright – ON

    Opzioni segnale acustico – –

    Controlli tattili > ON

    HDMI > Risoluzione di uscita > Auto

      > Avanzato

      > Gamma di uscita > Auto

      > Controllo registrazione esterna > ON

      > Profondità dati in uscita > 10

      > Impostazione N-Log > ON

      > Assistenza alla visualizzazione > ON

    Dati di localizzazione –

    Opzioni del telecomando wireless (WR) – – (in grigio)

    Assegnazione del tasto Fn del telecomando (WR) > AF-ON

    Modalità aereo > OFF

    Connetti a dispositivo smart – – ON

    Collegamento al PC — OFF

    Trasmettitore wireless (WT-7) in grigio

    Marchio di conformità —

    Informazioni sulla batteria —

    Slot vuoto sblocco blocco > OK

    Salva/carica le impostazioni – –

    Ripristino di tutte le impostazioni – –

    Versione del firmware – –

    IL MIO MENU

     

  • Cinciallegre in Autunno

    Le cinciallegre sono le prime ad arrivare in giardino quando l’Autunno entra nel vivo e rimangono tutto l’inverno, indomite palline di piume che si ritagliano uno spazio personale per potersi cibare in mezzo ad orde di passeri famelici e prevaricatori.

  • Gas station – Video

    Questa storia dei distributori e dei video mi sta un po’ prendendo la mano. Ma, del resto, in questo periodo occorre cercare alternative di scatto/ripresa, altrimenti giusto le rotoballe di fieno rimangono.

    Poi prometto che smetto.

    … Forse.

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  • Sulla strada della Sabbiosa

    E anche questo rientra nel novero degli esperimenti.

    Nuovo arrivo in borsa (GoPro 9 Black) e subito qualche ripresa dalla bici, pedalando sull’argine maestro che segue il percorso del Po nella mia zona. Al rientro un po’ di lavoro di post-produzione con Apple iMovie e via andare.

    Niente di esaltante ed anni luce di distanza qualitativa dalle produzioni, non dico professionali, ma anche da quelle degli innumerevoli bimbiminc… ehm, ragazzini, che girano con un cellulare in mano.  Ma, ovviamente, si  cerca sempre di imparare e di mettere mano a mezzi espressivi nuovi.

    Il titolo? Nulla di misterioso ma solo un richiamo ad una bella manifestazione organizzata dalla Pro Loco di Viadana che consiste, appunto, in una corsa non competitiva in bicicletta per le strade delle campagne e per i centri storici dei paesi limitrofi.

    p.s. Quando nel testo parlo di “bimbim…” sto assolutamente scherzando. Io accetto e rido (orgoglioso) quando mi danno del boomer e spero che facciano altrettanto i ragazzini di cui sopra. Anche perché pagherei per avere metà della loro freschezza espressiva.

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