Per chi scatta l’otturatore?

Braies' boat

E’ una cosa che ogni tanto capita di chiedermi.

E’ normale che un fotografo professionista scatti principalmente per la sua clientela, sia questa commerciale o privata; così come ci sta che, nell’era di Facebook-Twitter-Instagram-Snapchat-Whatsapp, tantissime persone scattino per apparire, per “esserci” ed ottenere approvazione (likes, cuoricini, eccetera) dai propri contatti social.

E il fotografo dilettante come me?

Sono giunto alla conclusione che, se non sono foto destinate a familiari/amici o che, comunque, registrino eventi importanti di cui tenere memoria, io scatto essenzialmente per me stesso, forse per tenere una traccia temporale di eventuali miglioramenti e, magari, darmi qualche pacca sulla spalla da solo. Tanto è vero che questo blog non ha velleità di prima pagina Google e nemmeno inserzioni pubblicitarie; è solo un comodo diario elettronico su cui registrare immagini e pensieri. E ogni tanto condivido le sue pagine sui social per rendere partecipi gli amici del mio tribolare.

Questo lungo preambolo per arrivare a cosa? Nulla di particolare. Solo che è la seconda volta che mi capita di condividere una foto scattata (e scartata) parecchio tempo fa ed è la seconda volta che ottengo consensi insperati e superiori al solito (stiamo sempre parlando di numeri comodamente gestibili dagli arti umani).

Da tutto questo sproloquio, ne consegue che (sempre secondo il mio opinabilissimo parere): a) non sempre ciò che è gradito a noi può piacere ad altre persone; e viceversa b) mai, mai, mai cestinare una foto che nell’immediato non ci soddisfa pienamente; conviene lasciarla sul disco fisso e andarla a ripescare tempo dopo, anche parecchio, perché potremmo ricavarne qualche sorpresina c) se una foto “ripescata” continua a non piacerci, significa che faceva schifo veramente.

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