Le schede di memoria, di qualsiasi tipo o capienza, sono un complemento essenziale per le nostre fotocamere digitali. La sempre maggiore risoluzione dei sensori, la possibilità di effettuare scatti in sequenza o, addirittura, di registrare video ad alta definizione, ci impongono di acquistare schede di capacità e velocità di registrazione sempre maggiori. Facendo lievitare, di conseguenza, anche i costi.
Le schede di memoria, però, non sono eterne e la loro durata è direttamente legata ai cicli di scrittura e ad un utilizzo oculato.
Cosa possiamo fare per curare il corretto funzionamento delle schede ed evitare quanto più possibile la perdita di (per noi) preziosissimi dati?
La prima cosa che mi sento di suggerire è di non esagerare con la capacità delle schede; è vero che vengono immesse ogni giorno sul mercato schede sempre più capienti, ma personalmente preferisco dotarmi di quattro schede da 16 Gb anziché una sola da 64 Gb; se dovesse danneggiarsi una scheda da 16 Gb perderei molti meno dati (foto) di quelli eventualmente contenuti in una scheda di capacità maggiore.
Inoltre, un numero maggiore di schede, mi consentirà di razionalizzare il loro uso, impiegandole a rotazione nella fotocamera.
Altra avvertenza: non cancellate la singola foto mentre la scheda è inserita in macchina. Molto meglio terminare la serie di scatti, scaricare le foto nel computer (o nel vostro supporto di backup) e solo dopo operare una formattazione rapida della scheda nella fotocamera. Questo accorgimento prolungherà di molto la vita media dei vostri supporti.
Una cosa da non fare assolutamente è quella di rimuovere la scheda mentre la fotocamera sta eseguendo delle operazioni di scrittura su di essa. Questa regola vale per i personal computer e, di conseguenza, anche per le macchine fotografiche che, ormai, sono piccoli pc a tutti gli effetti. Togliere una scheda di memoria mentre la fotocamera accede in scrittura o lettura ad essa è il miglior modo per giocarsi la scheda stessa.
Banale, ma giova ricordare che mille volte è stato detto di non lasciare materiale elettronico esposto a temperature elevate (vogliamo parlare dei cruscotti delle auto?); ciò è valido ovviamente anche per le schede di memoria.
A volte può succedere che una scheda venga inavvertitamente bagnata; è sufficiente asciugarla esternamente con un fazzoletto pulito e poi lasciarla asciugare con pazienza in un contenitore ermetico in cui avremo messo una bustina di silica-gel (facilmente reperibile nei negozi di elettronica o di fotografia) o, in mancanza, un bel pugno di riso. Discorso diverso se la scheda ci cade inavvertitamente in acqua salata: occorre lavare accuratamente la scheda con acqua dolce (meglio se distillata) e ripetere le operazioni di asciugatura già dette. Detto fra noi: se bagno una SD, cerco di salvarla per l’uso immediato, ma alla prima occasione la pensiono e la sostituisco con una nuova.
Assolutamente validi sono i suggerimenti che si leggono anche sulle confezioni delle schede di memoria: non piegare, non lasciar cadere o non forzare la scheda stessa, soprattutto quando la si estrae o la si inserisce negli alloggiamenti di funzionamento. Prestare anche attenzione a non riporre in tasca una scheda non protetta da una confezione apposita: il contatto accidentale con un oggetto metallico (le chiavi dell’auto?) con i contatti della scheda stessa è deleterio. Anche toccare gli stessi terminali della scheda con le dita non è opportuno.
Ultimo accorgimento, e non ditemi che sono maniaco: prima di toccare la scheda per estrarla dalla fotocamera o dal computer, mi premuro di toccare un muro o il pavimento; così facendo mi metto “massa a terra” e non rischio di trasferire scosse elettrostatiche alla scheda stessa.
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