San Martino viene viene festeggiato l’11 di novembre. In questo periodo, nel passato, venivano rinnovati i contratti agricoli, si aprivano le botti per il primo assaggio del vino nuovo e, magari, ci si accertava di assaggiarlo a dovere sto’ vino nuovo accompagnandolo con un bel cartoccio di castagne. Giosuè Carducci ha celebrato questa tradizione nella sua poesia intitolata, appunto, San Martino.
Ma questo particolare periodo dell’Autunno è detto anche Estate di San Martino perché, dopo le prime gelate, ci sono giorni di bel tempo e clima tiepido.
Ed ecco il nocciolo del problema, se di problema si tratta: chi le ha viste le gelate? Quando mai, fino ad ora, la temperatura ha sfiorato lo zero? Io di Autunno, quello vecchio stampo intendo, ne ho visto pochino.
Ed anche la natura è in stato confusionale.
Qualche giorno fa ero in giro per foto e, guardandomi attorno, non riuscivo a capire in che stagione siamo; ci sono foglie secche sugli alberi e in terra, ma sulle piante ci sono anche foglioline appena spuntate; l’erba mostra alcune chiazze di secco qua e là, ma la maggior parte è di un bel verde brillante, quasi primaverile. Secondo me anche gli animali non sanno bene che fare, a parte le zanzare che, accidenti a loro, lo sanno benissimo.
Non sono ancora nella fase in cui “…ma quand’è che nevica“, però qualche brinatina ed un po’ di nebbia di quelle talmente dense da appoggiarci la bicicletta, non mi farebbero schifo. Anche dal punto di vista squisitamente fotografico.
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