Categoria: Architettura

  • Slow photo

    Slow photo

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    Mi è venuta voglia di rallentare un pochino.

    Con “rallentare” , però, non intendo diminuire le uscite fotografiche, smetterla con la frequentazione di workshops, piantarla di leggere tutto il possibile riguardante l’argomento fotografia su carta o sul web.

    Anzi. Ho il desiderio di aggiungere un’altra esperienza a quelle che sto già facendo da quando ho iniziato a fotografare, ormai quasi due anni fa: intendo dedicare un poco del mio tempo libero alla fotografia analogica.

    Ho avuto una brevissima esperienza con i rullini secoli fa, un brevissimo periodo della mia vita dedicato a scatti “non consapevoli” con una macchina analogica e le diapositive. Ma, forse, non avevo sufficienti stimoli ed in breve mi sono stancato. Ora che ho ripreso a fotografare ed il mondo, nel frattempo, è diventato digitale, mi ha preso la voglia di ritornare sui miei passi e capire il significato di quello che facevo allora. Anche adesso, quando fotografo, cerco di prendere in considerazione tutte le variabili possibili che mi consentano di ottenere uno scatto buono; ma la non ineluttabilità del digitale, la possibilità di rimediare agli errori non macroscopici alcune volte possono allentare la tensione creativa. Invece la pellicola è “unica”: quello che fai in fase di scatto è quello che ti ritroverai, soprattutto nel mio caso che non ho la camera oscura per lo sviluppo e dovrò rivolgermi ad un laboratorio fotografico e quindi non potrò effettuare correzioni in fase di stampa. A queste considerazioni, poi, non mi vergogno di aggiungere quelle economiche: quando fotografavo analogico, dovevo arrangiarmi con la paghetta dei genitori e quindi ogni scatto errato erano soldi buttati; motivo più che sufficiente per ponderare ogni clic.

    Non mi ci è voluto molto: un’occhiatina su eBay, trovare un corpo macchina analogico di buone caratteristiche, la Nikon F100, e portarlo a casa per un prezzo irrisorio rispetto al prezzo di listino del 1999 (è triste vedere quante persone, nella fregola di passare al digitale, hanno svenduto macchine meravigliose), è stato un attimo.

    I rullini me li sono già procurati (Fuji Velvia da 50 e 100 ISO e un Kodak Ektar 100 per il colore; Kodak Tmax 100 per il bianco e nero).

    Ora non mi rimane altro che uscire a fotografare.

    Però lentamente. Slow photo.

     

  • Rovine

    Rovine

    dsc_0993

    Sono uscito questa mattina con l’amico Misha per un breve giretto fotografico.

    L’intenzione era di ritrarre le campagne allagate dalle fortissime piogge di ieri ed invece è andata a finire che ci siamo intanati in una delle tante corti di campagna abbandonate.

    E’ la mia prima volta per questo genere di scatti e quindi pubblico quelli più decenti – a mio parere, ovviamente – che sono riuscito a portare a casa.

    Aspettando quelli di Misha che già è bravo di suo con la fotocamera e in più, quando siamo entrati fra i ruderi, aveva anche l’occhio luccicante.

    Prevedo severa lezione di tecnica e composizione.

    dsc_0985

  • Pagamenti in natura

    Pagamenti in natura

    torino

    Il mio amico Gian è il cuore creativo della Pasticceria Torino in Parma, attività gestita dalla sua famiglia fin dagli anni ’50.

    Mi ha invitato a fare qualche foto nel bellissimo locale di via Garibaldi ed io ho accettato con entusiasmo perché non capita tutti i giorni di poter scattare immagini di questo tipo, in un ambiente assolutamente originale e, complici le festività pasquali, arricchito con i vivaci colori delle confezioni delle uova di cioccolato, delle colombe pasquali e di mille altre golosità.

    Questo, oltre a costituire per me una occasione di studio e sperimentazione delle problematiche tecniche e compositive di questo genere di foto, è stato anche un modo per mettere alla frusta in condizioni di luce particolari la D800, che già in qualche occasione ha dimostrato di essere particolarmente magnanima nel perdonarmi marchiani errori di esposizione .

    Ma, su tutto, l’elemento decisivo che mi ha spinto ad accettare è stato il fatto che la ricompensa è avvenuta con prodotti di stagione…

  • La casa con le imposte color lavanda

    La casa con le imposte color lavanda

    imposte-lavanda

    Mi ha sempre incuriosito ed affascinato quella casa dai muri arancio, con le imposte color lavanda e circondata dai glicini, un po’ nascosta nella campagna della Bassa. Quasi un pezzo di Provenza trapiantato in Pianura Padana.

    Se poi ci si mette anche l’estate a fare la “Provenzale” con temperature ed umidità caratteristiche di quei luoghi, allora è lecito confondersi.