Tempo di esperimenti (e quando mai finiscono, gli esperimenti?) con una pellicola particolare, la Rollei Infrared 400 iso 35 mm, pellicola pancromatica in bianco e nero con sensibilità all’infrarosso fino a 820 nanometri (brevemente nm) se si utilizza l’apposito filtro.
Per me si tratta di una prima assoluta in quanto, fino ad ora, ho scattato fotografie all’infrarosso utilizzando una macchina digitale Nikon D90 privata del filtro deputato, appunto, al blocco delle radiazioni infrarosse ed ho voluto provare a fare qualcosa di diverso, con un metodo di scatto che non richiede la modifica praticamente irreversibile di una fotocamera digitale ma unicamente l’utilizzo di un rullino per infrarosso su una macchina analogica normale (io ho usato una Nikon F100) e dei filtri dedicati, il filtro rosso R60 oppure il filtro rosso scuro R72, nella versione circolare da avvitare sull’obiettivo, nel mio caso un Nikkor AF-S 20 mm f/1.8 G ED.
Tornando alla pellicola, questa, al contrario di altre pellicole specifiche per infrarosso, può essere caricata sulla fotocamera in condizioni di semioscurità, senza pregiudicare l’esposizione dei primi fotogrammi del rullino (la Kodak, ammesso di riuscire a trovarla ancora, richiede di essere caricata in assoluta oscurità). Anche lo scarico è sufficiente che avvenga in condizioni di luce attenuata, permettendo comunque di vedere ciò che si sta facendo.
La Rollei Infrared può essere utilizzata anche come una normale pellicola in bianco e nero e restituisce delle foto con grana molto fine e ottimi dettagli in luci ed ombre, ma il suo indirizzo ideale è l’infrarosso, ottenibile applicando il filtro rosso scuro R72, che è decisamente opaco (approssimativamente si perdono 4 o 5 stop a filtro montato) e che obbliga a lunghe esposizioni e di conseguenza rende indispensabile l’utilizzo di un treppiede e dello scatto remoto. Praticamente, in pieno sole estivo e con un filtro Hoya R72 montato, ho visto che l’esposizione di 1 secondo è un buon punto di partenza ma consiglio caldamente di scattare in manuale e provare ad effettuare almeno un altro paio di scatti con tempi raddoppiati progressivamente; si dovrà scartare qualcosa nelle pose risultanti, ma ci sono ottime probabilità di portare a casa almeno uno scatto correttamente esposto.
Per ottenere questa serie di foto ho seguito i seguenti passi, se può interessare:
- ho messo la macchina sul treppiede con lo scatto remoto installato ma senza montare il filtro R72
- ho scelto l’inquadratura che mi interessava ed ho messo a fuoco fidandomi dell’AF della macchina
- ho messo la fotocamera in modo di esposizione manuale e fuoco manuale per non modificare quello preventivamente fissato
- ho installato il filtro R72 ed accettato la misurazione dell’esposizione che mi suggeriva la macchina
- ho effettuato il primo scatto con l’ausilio dello scatto remoto (sulla Nikon F100 non c’è la possibilità di scattare alzando preventivamente lo specchio ma, se vi è possibile, utilizzate assolutamente questa opzione)
- ho successivamente effettuato altri due scatti, raddoppiando il tempo di scatto iniziale suggerito di 1 secondo.
Se i soggetti delle foto vi dicono qualcosa, avete ragione, non ho avuto molta fantasia: sono tornato sui luoghi di “delitti” precedenti scattati in infrarosso con la digitale ma trattandosi, come detto, di esperimenti, non sono andato troppo per il sottile con l’originalità.
Un ultima raccomandazione: sviluppate (se siete bravissimi) o fate sviluppare la pellicola esposta il più rapidamente possibile.
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