Lo scorso ottobre, in chiusura del testo “Gas Station” scrivevo così:
“Edit: sono soddisfatto del risultato? Ni. Mi aspettavo qualcosa di diverso dalla resa della pellicola (che, fra l’altro, ha un tipo di sviluppo un po’ particolare).
E quindi? E quindi ho trovato, con una buona dose di … fortuna, un paio di rullini Cinestill 800. Ho intenzione di rifare tutto: foto, notti all’addiaccio, incontri più o meno graditi, controlli, eccetera. Se fortuna e meteo mi aiutano, vi tengo aggiornati. Ad maiora.”
E’ passato qualche mese, ho avuto modo di usare uno di quei famosi rullini Cinestill 800T di cui scrivevo, il meteo non ha poi collaborato molto (poca nebbia, pochissima pioggia, niente neve), io sono ancora insoddisfatto ed il motivo è presto detto: la scansione dei negativi delle foto scattate sembra la pubblicità del Grana Padano.
Ora: va bene l’emulsione sensibile con tutto quello che questo comporta, va bene il tempi relativamente lunghi di posa (in realtà non lunghissimi), va bene tutto ma la scansione non manipolata veramente è inguardabile.
Ed a questo punto la domanda sorge spontanea: come caspita fanno gli ammmericani che mettono le foto delle loro bellissime stazioni di servizio, delle tavole calde solitarie su routes sperdute, eccetera, che dichiarano di usare Cinestill 800 ma le foto sono lisce come il vetro? Io una mezza idea me la sono fatta: le foto sono elaborate alla morte in camera chiara (Lightroom o Photoshop) perché altrimenti non si spiega. Va bene che io sono scarso, ma non così scarso.
E la prova del nove l’ho avuta mettendo mano alle scansioni con Lightroom: via il rumore di luminanza come se non ci fosse un domani (la crominanza tutto sommato tiene) e qualcosa di guardabile si ottiene. Ripeto: non mi piace assolutamente il risultato e sapere quello che ho combinato in camera chiara mi lascia comunque un senso di insoddisfazione e, di conseguenza, dovrò percorrere strade alternative. Perché ormai è diventata una questione di principio.
Di nuovo: ad maiora.
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