Appena rientriamo da una sessione fotografica, la prima cosa che facciamo è infilare la SD nel computer per scaricare le immagini scattate e iniziamo immediatamente a visualizzarle con Lightroom o Photoshop. Man mano che facciamo scorrere i nostri scatti iniziamo immediatamente ad operare una selezione: cestiniamo senza rimpianti quelli inutilizzabili (solo un paio di accidenti se si tratta di scatti unici), cerchiamo di recuperare quelli che presentano qualche difetto ed apprezziamo quelli che ci soddisfano.
Raramente, però, ci esaltiamo per qualche immagine riuscita bene. Questo non perchè siamo dei mostri di modestia; semplicemente intuiamo che una determinata foto “funziona”, ha delle potenzialità, ma abbiamo bisogno di ricevere conferme del nostro giudizio iniziale da altre persone. Il passo successivo è la condivisione sui siti social più diffusi: Flickr, Facebook, 500px e così via; qui non mancheranno certamente gli apprezzamenti, anche perchè pigiare un “mi piace” tanto per far piacere al conoscente o all’amico, costa pochissimo. Ma non credo che questo ci possa soddisfare pienamente.
Sentiamo la necessità ricevere un giudizio più “competente”, magari sottoponendo il nostro lavoro a circoli fotografici o forum di discussione specializzati. Il problema però, è che, ogni giorno, vengono caricate in rete milioni di immagini ed è molto complicato ottenere la visibilità necessaria.
E allora? Rimane solo un’ultima risorsa: avere la pazienza e l’umiltà di confrontare i nostri scatti con quelli di altri fotografi – non necessariamente o non unicamente con i maestri dell’immagine – e crearci uno spirito critico che ci permetta di giudicare il nostro lavoro con la stessa severità che utilizzeremmo per il lavoro degli altri. Il solo atto di porsi la fatidica domanda “Ma come ha fatto?” oppure ammettere che “Le mie foto non vengono come queste, dov’è che sbaglio?” è un notevole progresso.
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