Finalmente una buona notizia per tutti coloro che sono costretti a perdere tempo e calma per la calibrazione fine del sistema autofocus delle macchine reflex, al fine di correggere eventuali problemi di front o back focus: Nikon ha introdotto nel nuovo corpo macchina D500 (ed ovviamente anche nell’ammiraglia D5 rilasciata nel medesimo periodo) un sistema automatizzato per la regolazione fine dell’autofocus, denominato Automated AF Fine Tune.
Come è noto nelle macchine reflex, oltre al sensore dedicato alla registrazione dell’immagine, c’è un secondo sensore, posizionato sotto lo specchio. La presenza dei due sensori potrebbe determinare un disallineamento tra il sensore di immagine ed il modulo secondario AF, richiedendo una taratura fine delle ottiche (ogni singola ottica) per evitare problemi.
Naturalmente le aziende produttrici di fotocamere reflex e di lenti operano molti controlli per evitare il più possibile questi inconvenienti, ma i processi produttivi generano comunque differenze che, seppure contenute entro determinate tolleranze, è meglio correggere autonomamente per ottenere il meglio possibile dalle proprie attrezzature. E proprio da questa necessità è nata l’idea di Nikon dell’Automated AF Fine Tune, che consente a chiunque, senza ricorrere a laboratori specializzati o a laboriose misurazioni con ausili tipo Datacolor Spyder Lenscale (seppur molto valido), di effettuare quella micro-regolazione che permette alla coppia fotocamera-lente di operare al meglio la messa a fuoco.
Come funziona? In pratica utilizzando il Live View della fotocamera si effettua una messa a fuoco tramite il sensore di immagine (e non quello secondario destinato alla messa a fuoco) facendo uso del sistema a contrasto.
Il processo è relativamente semplice e veloce:
- posizionate la fotocamera su un treppiede stabile (non una cineseria, per favore);
- attivate il Live View e, premendo il tasto SET, centrate il punto di messa a fuoco;
- operate la messa a fuoco automatica e, se necessario, correggetela manualmente sfruttando l’ingrandimento dell’immagine;
- premete ora contemporaneamente il tasto della selezione della messa a fuoco e quello della registrazione video e manteneteli premuti;
- dopo qualche secondo si aprirà una finestra di dialogo che chiederà se desiderate regolare la messa a fuoco fine;
- premete il tasto OK per salvare tutto.
Alcune avvertenze suggerite da Nikon: per ottenere una buona calibrazione è consigliato operare la messa a fuoco ad una distanza di circa 40x rispetto alla focale dell’ottica; quindi se, per esempio, l’ottica è un 24mm, sarà necessario mettere a fuoco un soggetto posto ad almeno 960 millimetri, ovvero 96 centimetri. E anche: per alcuni obiettivi il valore di taratura ideale può variare in funzione della distanza del soggetto dalla macchina fotografica e ciò significa che è meglio effettuare la taratura ogni qual volta si renda necessario fotografare ad una certa distanza fissa come, ad esempio, una sessione di ritratto in studio. Inoltre: non sarebbe una cattiva idea ripetere l’operazione un paio di volte per vedere se i risultati di calibrazione sono i medesimi. Infine: poiché questa calibrazione è memorizzata solo per una lunghezza focale, in caso si debba tarare una lente zoom, è meglio effettuare la regolazione alla lunghezza focale maggiormente usata o, se necessario, ripeterla per la lunghezza focale che è richiesta in un determinato contesto. Io, per esempio, utilizzo per le foto naturalistiche il Nikkor 200-500mm perennemente “inchiodato” a 500mm e, ovviamente, ho effettuato a quella lunghezza focale la taratura.
In definitiva questa automatizzazione del processo di microregolazione dell’autofocus promette molto bene; spero vivamente che possa essere perfezionata e, in futuro, applicata a tutte le fotocamere reflex magari consentendo il salvataggio di regolazioni diverse per diverse focali o distanze di messa a fuoco dello stesso obiettivo.
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