Il sogno di ogni fotografo paesaggista dilettante, per il quale la fotografia è un hobby e non un lavoro, sarebbe (credo) quello di vivere in un luogo bellissimo con infinite bellezze naturali a portata di mano.
Il motivo è presto detto: non sempre le condizioni favorevoli per fotografare si presentano nel week-end, quando non si è impegnati con il lavoro; un tramonto con la “T” maiuscola è merce rara e può anche capitare dopo un intenso lunedì lavorativo; ed allora si corre a casa, si caricano zaino e treppiede e si parte a razzo per raggiungere un posto che valga la pena fotografare.
E qui iniziano i dolori.
Se io fossi un “mountaineer” dello Yosemite National Park degli U.S.A. non avrei problemi di sorta: una mezz’oretta sulla Jeep Grand Cherokee e potrei raggiungere uno dei tanti “hot spot” sparsi qua e là per quelle splendide lande e, compatibilmente con le mie scarse capacità, portare a casa scatti di favolosi soggetti degni di stampa.
Invece io sono un “paisaneer” della Bassa Mantovana e mi devo accontentare di quello che passa il convento: salto sull’Opel Agila sottratta alla dolce metà (la mia l’ho appena portata all’autolavaggio e le strade bianche me la concerebbero di brutto), mi fiondo alla Maifinita (lo so, “Never Ending” farebbe molto più figo, ma il nome di questo angolo di golena del Po è quello) e arrivo giusto in tempo per scattare qualche foto al paesaggio agreste riscaldato dall’ultimo sole di questa estate Padana.
Per ora va bene così.
Se poi qualche futuro movimento tellurico mi farà spuntare una montagnola tipo El Capitan dello Yosemite Park fra Buzzoletto e Pomponesco, tanto di guadagnato.
2 Comments
guardo queste Foto (con la f maiuscola) e cerco di capire come si fa a fotografare! Complimenti ottimo lavoro! …comunque la “neverending” è un ottimo serbatoio di foto, specialmente in autunno!
Troppo gentile, Lorenzo.