O almeno parecchi aspetti di essa. Questa avversione si mitiga nelle fresche mattinate che seguono ad un temporale notturno (rarità, ormai) ma il sentimento permane. Il vecchio, caro, rassicurante Anticiclone delle Azzorre si fa vedere sempre più raramente; ho persino il timore che non esistano più nemmeno le Azzorre. Indubbiamente tutto ciò è influenzato dal luogo in cui vivo, una zona in cui spesso al caldo si aggiunge l’umidità e allora son dolori.
E io, genio incompreso, che ti faccio a questo punto? Niente, per esoricizzare il caldo, per fargli capire che, prima di stramazzare al suolo privo di sensi, il più forte sono io, penso bene di pianificare alcuni scatti dedicati a questa stagione, all’aspetto che assumono i luoghi a me familiari sotto la calura estiva: quindi una lotta con colori spesso appiattiti dalla troppa luce, cieli azzurro-insulso tendenti al bianco, ombre in alcuni casi dure in altri totalmente assenti. Di conseguenza poche foto all’alba, niente foto notturne, ma essenzialmente foto scattate quando il sole picchia anche se sta sopraggiungendo la sera, senza uno straccio di nuvola all’orizzonte ad ammorbidire la scena e a sollevarmi il morale.
E, non contento, penso bene di costringermi a scattare questa serie di foto con la pellicola, utilizzando una fotocamera analogica, ma tanto analogica, come la Mamiya RB67, che è talmente analogica da non avere nemmeno l’esposimetro incorporato, obbligandomi così a starci ancor di più, sotto al sole impietoso, per misurare con l’esposimetro manuale le varie luminosità della scena. Unica compagnia il cane fedele che, sdraiato in auto, mi avvisa se l’aria condizionata è a posto così o se devo alzare.
Il risultato? Alcuni negativi (Kodak Portra 120 400 iso) 6×7 da passare nello scanner che restituiscono abbastanza fedelmente quello che volevo memorizzare e condividere: attimi di una stagione che proprio non riesco a farmi piacere, bellezza che sembra rimanere immobile per salvaguardre le residue energie rimaste, per sopravvivere.
Aspettando l’Autunno, rimpiangendo la Primavera e rivalutando l’Inverno.
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