L’amico Valerio Dondi, impareggiabile amministratore del gruppo Facebook Nikonisti Emilia-Romagna, come spesso gli accade, l’ha pensata bella: dedicare un progetto fotografico alla via Emilia, lungo il suo percorso da Piacenza a Rimini, coinvolgendo tutti gli iscritti al gruppo e chiedendo loro di mettere nero su bianco – anzi, luce su sensore o pellicola – una documentazione dell’attualità, delle trasformazioni, dei paesaggi, dei luoghi, delle persone, degli eventi legati alla via Emilia, al fine di realizzare un lavoro monografico sulla realtà odierna del territorio attraversato dalla vecchia via consolare.
A questo link potrete trovare maggiori chiarimenti e le modalità di adesione: Progetto AEMILIA .
Io mi sono già messo in movimento, perché il progetto è stimolante. Nemmeno a farlo apposta, i giorni scorsi , avevo notato (annotato) un bar appena ristrutturato sulla via Emilia, attratto dal colore vivo dei muri esterni e dall’insegna decisamente evocativa.
Tant’è che mi sono deciso ed ho portato a casa questo scatto, cercando di contrapporre l’immobilità coloratissima dello stabile così particolare e il flusso incessante e ipnotizzante delle auto sulla via Emilia, testimoniato dai fantasmi dei riflessi sulle carrozzerie in movimento; mica facile mettere in pratica l’idea, soprattutto a metà di un pomeriggio di marzo, con luce in abbondanza e flare come se piovesse. Mi sono arrangiato: f/ stop da delinquente (f/16), filtro ND, impostazioni manuali e alcuni tentativi. Niente di che, ma il risultato lo pubblico ugualmente.
Per chi se lo stesse chiedendo: fonti certe mi hanno riferito che il traduttore dell’insegna ora lavora per una multinazionale alimentare che produce anche gelati; erano alla ricerca di qualcuno che potesse coniare uno slogan pubblicitario famoso quanto il mitico spot “Ciu gust is mei che uan!” .
Per me l’anno trovato…
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