Era da un po’ di tempo che mi frullava in testa di fare una uscita in notturna per fotografare le stelle e l’occasione si è presentata quando, con gli amici Misha e Roberto, ho deciso di effettuare una escursione alla Piana di Badignana, nel Parco dell’Appennino Tosco-Emiliano, con tanto di pernottamento in rifugio attrezzato.
Siamo partiti io e Roberto in auto ed abbiamo raggiunto il Rifugio Lagdei, dal quale, dopo una cena non frugale, ci siamo diretti al rifugio Lagoni, dove abbiamo lasciato l’auto ed abbiamo iniziato la salita verso la Piana di Badignana, mentre cominciava ad imbrunire; arrivati a destinazione, abbiamo trovato la sgraditissima sorpresa di un rifugio in condizioni igieniche pessime.
E qui mi permetto di aprire una parentesi non fotografica.
Trovo assolutamente improprio il modo in cui è stata operata la gestione del rifugio Capanne di Badignana; al nostro arrivo abbiamo trovato una stanza assolutamente sporca e non intendo solo polverosa, senza un pezzettino di legna per poter accendere il fuoco, con cibo abbandonato a marcire in bella vista sulla credenza , senza acqua corrente (la chiusura dell’acqua è giustamente prevista nel periodo invernale per evitare il gelo delle tubazioni, ma ormai da qualche settimana la temperatura notturna non scende sotto lo 0°) e con i materassi delle brande in condizioni igieniche pessime, da aver timore ad appoggiarci il sacco a pelo.
Ora: capisco perfettamente che la conservazione dello stato di un rifugio dipende principalmente dal senso di responsabilità e dal grado di civiltà di chi ne usufruisce, ma chi mi affitta a pagamento una stanza, di qualsiasi categoria, deve essere in ogni caso garante delle sue condizioni, sia per quanto concerne la pulizia che la sicurezza (in montagna, con la neve alla porta, la scorta di legna asciutta per la stufa non è un lusso romantico, ma una assoluta necessità).
Chiusa parentesi, per ora.
Esaurita la scorta di sacramenti, abbiamo iniziato a fare qualche scatto in attesa dell’arrivo di Misha ed è stato a questo punto che si è scatenato, per fortuna, un bel temporale con tanto di lampi dietro alle nuvole; non sono impazzito: dico per fortuna perché i lampi di luce dei fulmini filtrati dalle nuvole hanno contribuito a rendere ancora più magico lo spettacolo del cielo punteggiato di stelle. Arrivato Misha e passato il temporale, abbiamo fatto ancora un po’ di foto (un bel po’) e poi, vista l’impossibilità di pernottare a Badignana, torcia alla mano (anzi, alla fronte) siamo scesi nel bosco per ritornare al rifugio Lagoni, con l’intenzione di fare qualche ora di sonno in auto. Prima di questo, però, abbiamo avuto anche l’impagabile piacere di ammirare la Via Lattea in grande spolvero ed i riflessi delle stelle nel lago Gemini Inferiore ormai completamente privo di ghiaccio.
Alle 06.00, dopo qualche ora trascorsa senza riuscire a chiudere occhio e sotto i morsi di un freddo impietoso, colazione dietetica con barrette ed acqua naturale e poi siamo risaliti alla Piana, un po’ per riscaldarci con la camminata e un po’ per ritrarre la fioritura dei crochi, con pausa d’obbligo lungo il tragitto per fare conoscenza con una nuova cascatella del torrente Badignana e, ma qui cado nell’ovvio, fotografarla.
Alla fine, un po’ provati ma assolutamente felici per quanto fotografato e, soprattutto, visto, abbiamo caricato armi e bagagli e siamo rientrati.
E’ stata una esperienza assolutamente positiva, malgrado i contrattempi logistici, che conto di replicare non appena possibile, essenzialmente per il gusto assolutamente speciale di una escursione in notturna e poi perché ho imparato a conoscere un po’ meglio il comportamento della mia attrezzatura durante questi scatti per me inediti e molto particolari per impostazione ed esecuzione, il che mi consentirà, spero, di fare foto migliori la prossima volta.
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