Nota di colore: ammetto che per un attimo, uno solo, avevo pensato ad un titolo tipo “Quella sporca ultima meta“, ma poi mi sono trattenuto.
Comunque: non avevo mai provato a cimentarmi con la fotografia sportiva e l’occasione si è presentata con la partita di semifinale di andata del Campionato Italiano di Eccellenza di Rugby fra il Viadana ed il Calvisano.
Il primo passo è stato quello di capire quali potevano essere le pre-impostazioni valide da utilizzare per la fotocamera: un conto è fotografare un paio di papaveri in un campo di grano ben radicati a terra, con treppiede, ISO al minimo, telecomando, specchio alzato, eccetera ed un altro è ritrarre atleti in azioni di gioco che si svolgono a velocità impressionante, con repentini cambi di direzione, luce variabile e l’intromissione improvvisa di soggetti fra il fotografo ed il soggetto principale. Mi sono riletto un testo semplice ma ricco di suggerimenti che mi è venuto buono in diverse occasioni, ho stalkerato un amico fotografo, ho spulciato un po’ il web e sono arrivato alla conclusione che la fotocamera più adatta da utilizzare (guardando nel mio zaino, ovviamente) era la Nikon D500, che con il formato DX (quasi equivalente al formato APS-C di Canon) mi avrebbe permesso di moltiplicare di una volta e mezza la lunghezza focale dell’obiettivo scelto, nel mio caso uno zoom Nikkor 70-200 f/2.8, senza contare l’ottimo modulo autofocus e il buffer capientissimo; l’obiettivo era un po’ “corto” per lo scopo, malgrado la moltiplicazione, ma questo passava il convento, considerando che l’unica alternativa per me praticabile era lo zoom Nikkor 200-500 f/5.6, indubbiamente adatto per lunghezze focali disponibili ma meno luminoso del fratellino e, vista la giornata prima piovosa e poi nuvolosa e l’orario di inizio del match fissato per le 16.00, ero ancora più convinto della scelta fatta.
Per quanto concerne, poi, le impostazioni vere e proprie, la ricetta che ho utilizzato è semplice: sistema di autofocus continuo (per Nikon si chiama AF-C), priorità alla apertura di diaframma per poter decidere cosa avere a fuoco, ISO automatici in base ad una velocità di scatto prefissata; in pratica ho detto alla macchina di decidere a che ISO scattare mantenendo inalterato il tempo di scatto prescelto di 1/1000 di secondo. A tale proposito ho imparato una cosa nuova: quando modifichiamo la sensibilità ISO in macchina, generalmente possiamo farlo con variazioni standard (100 ISO, 200 ISO, eccetera); invece impostando l’automatismo ISO, questo varia in base alla necessità di scatto anche per frazioni di centinaia, tanto è vero che ho una foto scattata a ISO 560, per esempio. Per la memorizzazione degli scatti, seppure con qualche dubbio, ho optato per il formato .jpeg alla massima qualità possibile, rinunciando al tanto amato .raw; ciò mi ha permesso di utilizzare in tutta tranquillità le raffiche di scatto necessarie, senza riempire immediatamente la memoria (anche se, come già accennato, per riempire il buffer della D500 sarebbe necessario mettere una pietra sul tasto di scatto e andare al bar) e di portare a casa files comunque decenti. Accessorio decisamente indispensabile si è rivelato, poi, il monopiede Manfrotto, che ha svolto il doppio compito di donare una certa stabilità alla fotocamera e ha decisamente alleggerito il peso da reggere. E le mie spalle ringraziano.
Impressioni sul campo (letteralmente)? Non è facile, non lo è per niente. Dopo questa seppur minima esperienza, guarderò con ancora più ammirazione i fotografi che lavorano agli eventi sportivi di qualsiasi genere. Coniugare qualità tecnica dello scatto, indispensabile affinché la foto venga presa in considerazione dai media, con un minimo di contenuto che renda interessante l’immagine stessa richiede veramente una miscela di perizia tecnica, esperienza e, è bene non scordalo mai ma questo vale anche per gli altri generi fotografici, amore per ciò che si fotografa.
Ringrazio l’amico Claudio Benatti per il supporto, la società Rugby Viadana 1970 per il pass di accesso al rettangolo di gioco e l’amico Luca Zanella per le dritte fotografiche.
Ah, il Rugby Viadana ha vinto e mi auguro che la semifinale di ritorno in terra bresciana abbia uguale esito positivo, in modo da poter accedere alla finale scudetto.
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