Esistono luoghi che abbiamo frequentato mille volte ma in cui, per un motivo o per un altro, amiamo ritornare più volte. Io li chiamo i luoghi magici. D’accordo, è un appellativo forse esagerato, ma in questo momento non mi viene in mente una definizione migliore.
Ecco, per me la Piana di Badignana è uno di questi luoghi magici. Ci sono già stato in tantissime occasioni: in inverno con la neve che arrivava all’inguine, in primavera a guardare estasiato la moltitudine infinita di crochi che bucavano l’ultima neve, in estate a godere del trionfo verde dei faggi, di notte a fotografare le stelle. Ovviamente ci sono stato anche in autunno, perché i boschi, se il calore estivo è stato clemente, sono colorati da far male al cuore.
Ci sono stato anche pochi giorni fa. E’ un periodo “ibrido”, la siccità estiva prima e poi i primi venti gelidi che scendono inclementi dai crinali hanno totalmente spogliato le piante. Addio foliage, ma non ci speravo nemmeno, ad essere sincero.
Ma la sensazione di magia rimane. Sarà perché l’assenza del chiassoso turismo della bella stagione restituisce al luogo il silenzio millenario, rotto solo dallo scrosciare dei ruscelli che scendono a valle, dal canto dei pochi uccellini temerari, dal sussurrare sommesso del vento che mi informa che dal crinale arrivano nuvole cariche d’acqua o della prima neve. Sarà perché qui ho visto talmente tanta bellezza che l’effetto si prolunga nel tempo.
Sarà perché è un luogo magico.
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